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Quando i lombardi si ribellarono allo Stato

Storia dei Moti di Milano (e Monza), dal 6 al 9 maggio 1898


 

È la primavera del 1898 e il costo del pane è aumentato da 35 a 60 centesimi. Alla fine del mese di aprile si accendono le prime rivolte: in Romagna, poi in Puglia, a Firenze e in altri luoghi.

A Milano il 6 di maggio agenti della polizia arrestano, nel corso di una agitazione, alcuni operai della Pirelli; verso sera, durante i tumulti davanti alla questura, due dimostranti restano sul selciato.

Il giorno seguente le organizzazioni operaie dichiarano lo sciopero generale e i milanesi scendono nelle strade. Poiché i questurini non sono sufficienti, la cavalleria viene incaricata di riportare l’ordine. Ma l’ordine non torna, non c’è verso. In molti quartieri popolari vengono alzate le barricate. Nel pomeriggio del 7 maggio il Governo decreta lo stato di assedio affidando il comando della piazza al generale Fiorenzo Bava Beccaris. Altri morti si aggiungono ai primi.

L’8 maggio è domenica, Milano è insorta come cinquanta anni prima contro gli austriaci, solo che stavolta nobili e borghesi stanno dall’altra parte. Il generale comandante ordina di sparare sulla folla. Col cannone ad alzo zero.

Il giorno 9 la rivolta viene gradualmente sedata; nel pomeriggio i bersaglieri espugnano l’ultima barricata in largo la Foppa.


Alle grida strazianti e dolenti, di una folla che pan domandava, il feroce monarchico Bava gli affamati col piombo sfamò

Da "Il feroce monarchico Bava", canto popolare



In quegli stessi giorni anche a Monza si registrano proteste e si conteranno, il 7 maggio, 7 morti fra i civili. Un bilancio della rivolta non c’è. Per le autorità i morti sono un centinaio e circa quattrocento i feriti; altri osservatori parlano di cifre doppie o triple. Ancora oggi i numeri della strage restano ignoti.


Fiorenzo Bava Beccaris

Poco più di un mese dopo le tragiche giornate, al generale Fiorenzo Bava Beccaris viene concessa da parte di Umberto I la Croce di Grand’Ufficiale dell’Ordine Militare di Savoia e la nomina a senatore. Un riconoscimento, ma di segno opposto, gli è tributato nelle strofe di una celebre canzone popolare:

Il feroce monarchico Bava”.

Il 29 luglio 1900, a Monza, Umberto I venne assassinato dall’anarchico Gaetano Bresci, emigrato negli Stati Uniti d’America, che dichiarò esplicitamente di aver voluto vendicare i morti del maggio 1898 e l’offesa per la decorazione conferita a Bava Beccaris.





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