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QUALCHE SASSOLINO DALLA SCARPA. E SEMPRE DALLA PARTE DELLA LOMBARDIA


Gli ultimi due anni non sono stati facili per la Lombardia, intesa sia come Regione che per tutti i suoi cittadini. Un nostro grande difetto (o pregio) è che puntiamo sempre al meglio, all’utopistico, alla perfezione, senza renderci conto che siamo circondati da detrattori, sempre pronti a puntarci il dito contro per la virgola sbagliata. Ma ora qualche sassolino dalla scarpa ce lo vogliamo togliere perdio e stavolta a venirci incontro sono i pm.

È notizia, infatti, di qualche giorno fa che la pubblica accusa ha detto che sulle morti (un pensiero a loro) nelle RSA lombarde e nel Pio Albergo Trivulzio NON C’è STATO ALCUN REATO. Cosa significa? Ve lo diciamo noi cosa significa, che ora è facile parlare di Covid, dei suoi effetti e delle sue conseguenze, ma quando si è abbattuta la bufera nella nostra Regione – prima nel mondo, perché non è che dalla Cina ci passassero le giuste informazioni – non è stato facile mettere in campo azioni, del tutto nuovo e inedite, che arginassero quella che poi sarebbe diventata una pandemia globale (GLOBALE!). Significa che le delibere che Regione Lombardia ha fatto (e per la quale è stata chiesta la testa dell’Assessore alla sanità Gallera e pure del Presidente Attilio Fontana poi) erano giuste. Significa che i grandi signori accusatori della Lombardia, che non vedrebbero l’ora di mettere le loro sudice mani sulla Regione, ora sono rimasti col cerino in mano, non chiedono nemmeno scusa. E questi signori sono gli stessi che inneggiavano al commissariamento della sanità lombarda, perché il commissario del governo di allora Domenico (per gli amici Mimmo) Arcuri era l’unico a essere bravo e a risolvere i problemi della pandemia. E si vede come li ha risolti: mascherine non a norma per gli operatori negli ospedali e centinaia di milioni di euro di soldi pubblici spesi male: ora – dopo le elezioni chiaramente – risulta indagato, ma senza l’effetto mediatico avuto contro il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, che per pagare i camici ai nostri eroi avrebbe sborsato DI TASCA PROPRIA 50 mila euro. Ecco, lui indagato subito e ricoperto di fango, Mimmo indagato un anno e mezzo dopo, sottotraccia, e a elezioni passate.

Per non parlare della mancata istituzione della prima zona rossa. Putiferio perché la Giunta regionale non si era mossa; poi si è saputo (in realtà lo sapevamo da subito) che solo il Governo può azzardarsi a realizzarla, non contando che senza le forze dell’ordine a farla rispettare è solo carta straccia (e ci sembra che fra le competenze della Regione non ci sia la sicurezza né tantomeno esiste un corpo di polizia regionale, forse sarebbe il caso di farci un pensierino).

La conclusione di tutto questo è solo una. Troppi sono gli attacchi che la Lombardia ha subito da più parti: dal Governo, dalle altre regioni sotto Brallo di Pregola e purtroppo anche dall’interno. Abbiamo bisogno di compattezza, solidarietà reciproca tra lombardi, di difendere il regionalismo con le sue virtù – evidenti al Nord – e rilanciare l’autonomia, rivendicando più competenze allontanandole dai ministeri romani. Ma soprattutto di non stare a sentire chi tanto ha da criticare e mai è autocritico.

W la Lombardia!

Staff Associazione 29 Maggio - www.associazione29maggio.com

PS: sappiamo che lo sapete bene, Brallo di Pregola è il comune più a sud in Lombardia.

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