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I 96 diavoli del Duomo

La leggenda dei gargouille di Milano


 

Hanno di volta in volta le sembianze di serpenti, draghi, mostri dall’aspetto terrificante o creature demoniache dalle sembianze animalesche: sono le gargouille che decorano il Duomo di Milano. In italiano sono semplicemente “doccioni” o, con la meno nota onomatopea, sono “gargolla”.

La loro funzione è semplicemente quella di ricoprire la parte finale dei canali di scolo che consentono il deflusso dell’acqua piovana dalle guglie. Iniziarono a diffondersi in Europa a partire dal X secolo e raggiunsero il loro apice di diffusione nel XIII secolo e, verso la fine del secolo, si cominciò a fare uso di caricature e figure grottesche. Nel corso del tempo divennero sempre più elaborati: inizialmente veniva scolpito solo il busto dell'animale o della creatura fantastica, in seguito si raffigurò l'animale intero, spesso avvinghiato con gli artigli all'edificio. Frequentemente, i doccioni rappresentavano draghi o leoni e di solito l'acqua scorreva lungo la schiena o all'interno della figura per defluire poi dalla bocca.

Celeberrimi, di certo, sono quelli della Cattedrale di Notre Dame a Parigi.

Tuttavia, pochi sanno che anche il nostro Duomo di Milano ne è ricchissimo: ce ne sono ben 96 che lo ornano. E ancor meno conoscono la leggenda che li riguarda. Pare che la loro comparsa sul Duomo si debba a Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano alla fine del Trecento. Egli, narra la leggenda, una notte sognò il Diavolo che lo minacciava: “Fai riempire la Cattedrale di Milano di simboli del Male oppure mi porterò via la tua anima”. E il Duca, terrorizzato, così fece. Da allora ad oggi sono state moltissime le aggiunte sul Duomo di svariati simboli e raffigurazioni. Alcuni rivestono ancora oggi il loro ruolo originale e coprono le gronde, altri sono semplicemente stati apposti a scopo decorativo.



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